IL TESORO VITIVINICOLO
Un’insospettabile ricchezza in termini di varietà pedo-paesaggistica, una moltitudine di vigne che disegnano un’architettura geometrica e armoniosa. Ogni vigneto è riconosciuto per nome ed è allevato nel rispetto del suo specifico talento. Un tesoro che si dispiega solenne, delimitato dalle sponde del lago d’Iseo e dalle Prealpi Lombarde. Un valore inestimabile, che porta in dote nel bicchiere tutte le peculiarità e le unicità della biodiversità di ogni zolla di terra, del sottovigna, dei microclimi e delle esposizioni, a raccontare un patrimonio vitivinicolo di straordinaria qualità. Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco e una variabilità di espressioni, che si traduce in vini di base dai caratteri sensoriali distinti, una gamma ampia di note fondamentali per la composizione delle cuvée. A sublimarne il valore, un’eredità di piante di straordinaria longevità. Vigne vecchie, in perfetta salute, dalle radici profonde e dal carattere ardito, in grado di custodire con tenacia, l’essenza dello stile enologico della cantina.

LA POETICA DEL VIGNERON

Una simbiosi perfetta tra uomo e natura. Uomini dallo spirito contadino, mossi dalla passione, oltre che dalla competenza agronomica, custodiscono ogni giorno il tesoro vitivinicolo di Bellavista. Sono gli uomini vigneron, che con speciale talento e rara sensibilità colgono ciò, che a occhi meno esperti, appare invisibile. Ciascuno si prende cura quotidianamente, anno dopo anno, delle stesse piante; una dedizione scrupolosa, fatta di sguardi attenti, di gesti minimi, riflesso dell’intelligenza del cuore e delle mani. Ogni vigneron coglie puntualmente i bisogni e i cambiamenti delle vigne, sostenendone la crescita e assecondandone la vocazione. In Bellavista si dice con orgoglio: noi alleviamo le vigne, a sottolineare il rispetto e la valorizzazione dell’identità specifica, che si riserva a ogni pianta.

LA POTATURA È UN MESTIERE

Espressione eloquente del legame sinergico che i vigneron intrattengono con la terra, è la fase della potatura. Potatori storici che ogni anno, con l’aiuto della loro squadra, operano sugli stessi vigneti. A sancirne il legame, le loro inziali sono riportate sulle testate che gli sono affidate. Una cultura artigianale e un’agricoltura di precisione, fatta di competenze, di sapienza e di gesti divenuti naturali nel tempo. Una filosofia che concepisce il lavoro dell’uomo come componente insostituibile e decisiva per l’eccellenza del risultato e implica un preciso impegno dell’azienda nel definire percorsi formativi dedicati e continui.
L’ISTANTE PERFETTO
Ed è sempre l’uomo che in Bellavista decreta l’istante ultimo per la raccolta delle uve. Camminare la terra, toccare i frutti, staccare gli acini e assaporarne la polpa; misurare in laboratorio i parametri fisici e chimici e stabilire l’inizio della vendemmia, per ogni vigneto, per ogni particella. Valutazioni che cambiano di anno in anno, che sono l’espressione di quel momento, di quella determinata stagione. Gesti che ancora una volta lasciano all’uomo la parola d’ordine: è giunta l’ora. Mani capaci che raccolgono con esperienza grappoli perfetti, per portare in cantina solo l’uva migliore. L’agricoltura di precisione dà solo buoni frutti. La raccolta manuale determina la qualità di ogni fase successiva: i grappoli devono essere manipolati il meno possibile, devono giungere alla pigiatura entro un massimo di due ore. La vendemmia esalta la sapienza dell’uomo, la sua capacità di discernere, di interpretare, di interrogare l’olfatto, il gusto e il tatto per decidere i tempi giusti della raccolta. Ed è ancora l’uomo che ogni anno sceglie quante debbano essere le particelle uniche che diventeranno i vini base, che costituiranno la grande complessità delle cuvée di Bellavista.