Dalla natura apprendiamo la necessità di trasformarci, di rinnovare volontà e pensieri. Da essa impariamo il significato dell’attesa, il dono della pazienza e il piacere della generosità. La natura stessa è la più grande utopia. È il migliore dei mondi possibili. È l’essenza di ogni non c’è e di ogni non ancora.

FRANCESCA MORETTI

L’ENOLOGIA GENTILE E UNA MOLTITUDINE DI SELEZIONI

L’uva si fa in vigna, ma il vino si fa in cantina. E sono ancora l’artigianalità, la manualità e la cultura dei cantinieri, a onorare il passo delle uve in fase di vinificazione e di affinamento. Processi produttivi rispettosi della materia prima, a partire dalla pressatura soffice, fondamentale per mantenere intatti i caratteri peculiari di ogni vigna. Lavorazioni lente e meticolose, che richiedono svariate ore di impegno e il costante presidio da parte degli uomini di cantina. Il passaggio del mosto in pièce di rovere o in acciaio, per la prima fermentazione, è una scelta attenta degli enologi. Mettersi in ascolto della materia, capirne l’evoluzione, decretarne l’indole e interpretarne il temperamento, è la vera sfida ad ogni vendemmia. Ogni base esprime un carattere e ogni carattere necessita di un trattamento diverso. A ogni vendemmia un nuovo inizio, nessuna regola prestabilita, l’armonia d’insieme si ottiene solo rispettando la natura dei mosti fino al rito della cuvée. Una fase delicatissima e complessa, che richiede ogni anno la scrittura di una nuova partitura, per confermare l’inequivocabile stile della cantina, per non tradire le caratteristiche della vendemmia, per garantire la costanza del profilo sensoriale di ogni vino.

L’AFFINAMENTO SILENZIOSO

È nel silenzio delle cantine che inizia la seconda fermentazione e il periodo di affinamento: il momento in cui le cuvée, a contatto con i lieviti, riposano e a poco a poco maturano i sentori terziari e il perlage. Per non turbare la naturale evoluzione di ogni vino, è fondamentale che le bottiglie siano protette dalla luce, dal calore e dal rumore, e riposino in un ambiente a temperatura e umidità costanti.
Per questo esse trovano ideale dimora nei tunnel scavati nel cuore della terra, due chilometri di gallerie, che grazie alla loro condizione ipogea e all’inerzia termica delle murature interrate, non necessitano di condizionamento artificiale, ma si servono della naturale temperatura e umidità dell’ambiente.
Un percorso segreto che dall’ingresso attraversa la collina, per giungere alla vecchia cantina di casa Moretti. Il luogo ove tutto ebbe inizio e dove oggi si custodiscono ancora i vini più preziosi, le riserve rare a memoria delle origini. In questo labirinto, gallerie speciali sono dedicate ai grandi formati, alla Riserva Vittorio Moretti, a Meraviglioso e alle collezioni Inedite: tesori unici riposti in un luogo intimo, dove ogni bottiglia, avvolta nel buio silenzioso, sviluppa fino in fondo la propria personalità.

LO STILE: L’ARMONIA PERFETTA

Un’armonia che nasce dall’alleanza stretta tra uomo e natura, dove la creatività e la sensibilità dell’uno accolgono le potenzialità dell’altra, senza distrazioni, senza forzature. Lo stile di Bellavista è il ripetersi incessante di gesti che possono servirsi della tecnologia, in vigna e in cantina; azioni sapienti e rigorose che si tramandano di generazione in generazione, in un ligio e attento ascolto della vita. Gesti che possono servirsi della tecnologia, ma non ne sono obbligati e si lasciano guidare senza esitazioni dalla sensibilità e dall’abilità dell’uomo. Il remuage, eseguito prevalentemente a mano, così come la sboccatura alla volée delle riserve, sono l’emblema di una filosofia che mette al centro la creatività e la cura del pensiero artigianale, un patrimonio inestimabile di tradizione e di saper fare, che definisce l’identità culturale della cantina. Vini di sartoria, partiture musicali che si riscrivono ogni anno nel rispetto assoluto della materia prima; opere d’arte che interpretano stagioni e che raccontano territori. Oggi, è il pensiero enologico di Francesca che si fa custode della filosofia di Bellavista. Al suo fianco, Richard Geoffroy, mentore e maestro di cantina, e una squadra di giovani tecnici ed enologi che hanno deciso di credere nel sogno del fondatore, nell’utopia concreta di Vittorio Moretti.