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Teatro alla Scala 2017
“Questo luogo offre il meglio di ogni cosa ed questo il motivo per cui anch’io qui ho dato il meglio di me stessa.”
Maria Callas
La Scala è un tempio dove ogni artista dà il meglio di sé. Lo dice Maria Callas e lo dicono tutti coloro che hanno avuto il privilegio di calcarne le scene.
Il 7 dicembre del 2004, dopo due lunghi anni di restauro, riapre La Scala, con la stessa Prima d’Opera del 1778, anno della sua fondazione, “L’Europa Riconosciuta” di Antonio Salieri. I festeggiamenti della riapertura furono grandi e grande fu l’emozione di vivere un momento unico, certamente irripetibile.
Inizia quil’amicizia tra Bellavista e il Teatro alla Scala.
Nel frattempo il Teatro è diventato per l’azienda un mondo al quale ispirarsi e al quale continuare a dedicare quei vini che rivestono un significato storico e affettivo speciale. Così, a partire dal 2012, ogni
Prima d’Opera ha un vino ad essa dedicato. Lo si sceglie per ispirazione, per affetto, per rispetto verso
il luogo dove ognuno dà il meglio di sé.

A questi luoghi fisici, che vivono anche in virtù di un “ ottimo bicchiere di vino” o di una vista meritevole, è dedicato il “visual” scelto da Bellavista per onorare il Teatro alla Scala e, come ogni anno, la sua Prima d’Opera. I colori e le forme evocano le vetrate del Caff è Procope, tuttora esistente.
Attraverso i tasti di un piano immaginario e le forme di un violoncello, si riporta l’attenzione sul mondo
della musica che per Bellavista è da sempre motivo di ispirazione e condivisione di un universo che dà spazio al sentimento. La frase “La poesia è libertà”, racchiusa nella bellissima forma di un piano, è sintesi di un solo, luminoso, messaggio: la creazione è un momento poetico che non può vivere imbrigliato o irrigidito in regole ripetitive. La creazione è fondamentalmente libera e per librarsi ha bisogno di una componente poetica e di una spontaneità che genera futuro.

“LA POESIA È LIBERTÀ”
Amici, ancora cantiam, beviam, amici, ancor, danziam ognor !
Colmo il bicchier, allieta il cor, colmo il bicchier, allieta il cor,
colmo il bicchier, cantar e ber! Viva la libertà!
Andrea Chénier è un personaggio realmente esistito. Amico di Ugo Foscolo, fu poeta e giornalista politico, e fu così sfortunato da essere ghigliottinato a trentun’anni, nel 1794, durante il periodo del Terrore e a soli due giorni dalla caduta di Roberspierre. L’Opera racconta questo difficile periodo evidenziando i lati oscuri delle epopee rivoluzionarie.
Dentro a questa storia ne scorre un’altra, incentrata sull’amore, la poesia e l’amicizia. Sono questi i sentimenti che emergono e che precorrono con insistenza una svolta storica in grado di cambiare le sorti dell’umanità. Tutta questa energia si concentra in un luogo simbolico: il Caff è letterario. Le scene di “poesia e libertà” avvengono nei Caff è parigini Procope, Hottot e Laperouse. Sono spazi magici, creatori di innovazione e pensiero dirompente. Sono luoghi capaci di favorire la spontaneità creativa attraverso un libero scambio di opinioni e di convivialità. Il loro è quasi un valore iconico perché qui nascono idee, filoni artistici o anche solo stili di vita.

“Questo luogo offre il meglio di ogni cosa ed questo il motivo per cui anch’io qui ho dato il meglio di me stessa.”
Maria Callas
La Scala è un tempio dove ogni artista dà il meglio di sé. Lo dice Maria Callas e lo dicono tutti coloro che hanno avuto il privilegio di calcarne le scene.
Il 7 dicembre del 2004, dopo due lunghi anni di restauro, riapre La Scala, con la stessa Prima d’Opera del 1778, anno della sua fondazione, “L’Europa Riconosciuta” di Antonio Salieri. I festeggiamenti della riapertura furono grandi e grande fu l’emozione di vivere un momento unico, certamente irripetibile.
Inizia quil’amicizia tra Bellavista e il Teatro alla Scala.
Nel frattempo il Teatro è diventato per l’azienda un mondo al quale ispirarsi e al quale continuare a dedicare quei vini che rivestono un significato storico e affettivo speciale. Così, a partire dal 2012, ogni
Prima d’Opera ha un vino ad essa dedicato. Lo si sceglie per ispirazione, per affetto, per rispetto verso
il luogo dove ognuno dà il meglio di sé.


“LA POESIA È LIBERTÀ”
Amici, ancora cantiam, beviam, amici, ancor, danziam ognor !
Colmo il bicchier, allieta il cor, colmo il bicchier, allieta il cor,
colmo il bicchier, cantar e ber! Viva la libertà!
Andrea Chénier è un personaggio realmente esistito. Amico di Ugo Foscolo, fu poeta e giornalista politico, e fu così sfortunato da essere ghigliottinato a trentun’anni, nel 1794, durante il periodo del Terrore e a soli due giorni dalla caduta di Roberspierre. L’Opera racconta questo difficile periodo evidenziando i lati oscuri delle epopee rivoluzionarie.
Dentro a questa storia ne scorre un’altra, incentrata sull’amore, la poesia e l’amicizia. Sono questi i sentimenti che emergono e che precorrono con insistenza una svolta storica in grado di cambiare le sorti dell’umanità. Tutta questa energia si concentra in un luogo simbolico: il Caff è letterario. Le scene di “poesia e libertà” avvengono nei Caff è parigini Procope, Hottot e Laperouse. Sono spazi magici, creatori di innovazione e pensiero dirompente. Sono luoghi capaci di favorire la spontaneità creativa attraverso un libero scambio di opinioni e di convivialità. Il loro è quasi un valore iconico perché qui nascono idee, filoni artistici o anche solo stili di vita.
A questi luoghi fisici, che vivono anche in virtù di un “ ottimo bicchiere di vino” o di una vista meritevole, è dedicato il “visual” scelto da Bellavista per onorare il Teatro alla Scala e, come ogni anno, la sua Prima d’Opera. I colori e le forme evocano le vetrate del Caff è Procope, tuttora esistente.
Attraverso i tasti di un piano immaginario e le forme di un violoncello, si riporta l’attenzione sul mondo
della musica che per Bellavista è da sempre motivo di ispirazione e condivisione di un universo che dà spazio al sentimento. La frase “La poesia è libertà”, racchiusa nella bellissima forma di un piano, è sintesi di un solo, luminoso, messaggio: la creazione è un momento poetico che non può vivere imbrigliato o irrigidito in regole ripetitive. La creazione è fondamentalmente libera e per librarsi ha bisogno di una componente poetica e di una spontaneità che genera futuro.
